Francesco Saverio Ciampa (1821-1892)


Di Francesco Saverio Ciampa abbiamo una breve biografia pubblicata da Goffredo Acampora nel volume: “La penisola sorrentina attraverso i 90 anni de “La riviera”” edito dal Lions Club Penisola Sorrentina nel 1992 a cura di Antonino Cuomo.
Nel 1992 ricorrevano inoltre i 100 anni dalla scomparsa di Francesco Saverio Ciampa.
Tale biografia è frutto di una piccola ricerca storica su Francesco Saverio Ciampa e vede una analisi abbastanza approfondita delle fonti giornalistiche dell’epoca, una fra tutte, la rivista stelle e fiori edita da Mons. Bonaventura Gargiulo.
Riportiamo brevi tratti della biografia scritta da Goffredo Acampora.
La biografia inizia così:
Il 5 maggio 1892, alle 8 e 20 del mattino si spense, in Sant’Agnello, Francesco Saverio Ciampa. Ad un secolo dalla sua scomparsa, è doveroso rievocarne l’operosa esistenza che, nel corso degli anni tormentati che caratterizzarono la nostra unità nazionale, seppe creare, in penisola sorrentina, un’impresa commerciale e di navigazione di statura internazionale considerata terza per importanza nell’ Italia post-unitaria.
Figlio primogenito di Francesco e Maria Luisa Maresca, nacque a Sant’ Agnello l’11 aprile 1821, a venticinque anni sposò Emilia Cacace che lo fece padre di numerosi figlioli […] appariva aitante nella persona e di forte fibra e, come nel fisico, eccelleva anche nello spirito e così ce lo descrive lo storico coevo Mons. Bonaventura Gargiulo fra le pagine del suo periodico “Stelle e Fiori” del 19 aprile 1892: “… di grande talento naturale, di subitaneo e forte intuito, ebbe carattere igneo, moti talora subitanei, accento imperioso: e quel suo dire, quel suo fare poté sembrare prepotenza, orgoglio talvolta; ma non l’era; erano invece scatti del suo naturale, vedendosi contraddetto in quel vero, in quel bene ch’egli intuiva, e gli altri no.
Per canto proprio era un uomo di sentimento e di affetto, docile ed umile, e talora anche troppo tenero … bisogna mettersi dal punto di vista del suo operato; e si scorge allora ch’egli, seza essere uno scienziato, senza aver scritto un rigo, o tenuta una conferenza, ha risoluto con le opere i tre grandi problemi di questo nostro secolo, più sciagurato che triste, più infelice che pervicace, il problema sociale, essendo stato un ricco benefico; il problema religioso, essendo stato un cristiano di coraggio …”. Questa icastica definizione di Monsignor Gargiulo basterebbe da sola a fornirci un’immagine nitida di Francesco Saverio Ciampa nella sua complessa personalità di uomo ed imprenditore ma ciò non ci esime dal riportare i salienti delle sue realizzazioni più significative che ci proponiamo d’illustrare con maggiore dovizia di particolari in una successiva pubblicazione di più ampio respiro.
La straordinaria operosità di Francesco Saverio coincise con il periodo di massimo splendore della famiglia Ciampa che, appena benestante, nella prima metà del diciannovesimo secolo, nella seconda fu annoverata fra le più agiate del meridione d'Italia. In circa trent'anni creò un'azienda di commercio e trasporti marittimi fornita di succursali ed agenzie nei principali scali italiani e stranieri, una flotta mercantile in grado di assicurare traffici transoceanici ed un patrimonio immobiliare valutabile in numerose centinaia di milioni di lire di quel tempo.
Francesco Saverio, sposando Emilia Cacace, di antica stirpe marinara sorrentina, rivolse il suo sguardo al mare e nel 1846, appena venticinquenne, costruì la sua prima nave, uno schooner che battezzò Emilia in omaggio alla sua sposa. Questa nave, come più volte ebbe a dire, diede avvio alla fortuna della sua famiglia ma fu solo la prima di una lunga


serie, infatti, negli anni che seguirono presero il mare: [...].
Le elevate doti d'imprenditorialità di F.S. Ciampa lo portarono fra i primi al mondo ad intuire la necessità di costruire navi in ferro anche nell'imminenza dell' avvento del vapore. Pertanto, nel 1885, commissionò, ai cantieri D. & W. Handerson di Glasgow, una nave in acciaio, di 1573 t. di stazza lorda alla quale diede il suo nome. Il F.S. Ciampa fu il primo grande veliero in ferro a solcare i mari sotto la bandiera d'armamento dalla C bianca in campo azzurro. A questa nave seguirono [...]. Queste navi batterono prevalentemente le rotte del Nord - Europa e della California, ove si affermarono per la rapidità dei passaggi grazie alla perizia nautica dei marinai sorrentini e particolarmente di quelli metesi carottesi dai nomi spesso simili e dai soprannomi tanto affabulanti. Il F.S. Ciampa, il Cavalier Ciampa ed il Francesco, andarono perduti per ordinarie tragedie del mare, il Salvatore e l'Emilia furono affondati da sommergibili germanici, rispettivamente nel 1915 e nel 1917, nel corso della prima guerra mondiale.
Scomparso il Comm. Ciampa, i figli si mostrarono degni delle tradizioni paterne e, fra i primi, intuirono l'opportunità di sostituire il motore alla vela come il genitore aveva sostituito il legno all'acciaio; Commissionarono pertanto, ai cantieri Odero di Sestri Ponente, un piroscafo in ferro di 4040 t. varato nel 1899 con il nome di F.S. Ciampa, dallo stesso cantiere [...].
Non solo di navi e di mare si interessò F. S. Ciampa ma anche della terra e dei suoi frutti dai quali i suoi antenati avevano tratto il primo benessere. Nel 1864 aveva fondato la "Ditta Sorrentina Esportazione Agrumi" che, nel 1876 apriva una succursale a Rodi Garganico, nel 1882 una seconda a Messina alle quali si affiancarono agenzie in Gran Bretagna e Nord America ove erano diretti la gran parte dei traffici commerciali della famiglia.
L'intraprendenza del Ciampa, che gli consentiva di precorrere i tempi, lo portò, già nel febbraio del 1863, alla fondazione della "Mutua Sorrentina" di assicurazioni marittime, con sede a Meta, con un capitale che, fin dalla


fondazione, consisteva in circa sedici milioni delle lire del tempo. Nel 1883, il Ciampa, per motivi non noti, uscì dalla "Mutua Sorrentina" per istituirne una tutta sua, che denominò "Bambinella" ed alla quale affidò la copertura assicurativa di ogni suo bene,
Fu anche amministratore e sindaco del comune di Sant'Agnello ed, anche se per un breve periodo, riuscì ad imporre la sua lungimiranza di saggio amministratore.
Per tante benemerenze, F.S. Ciampa, il 24 marzo 1876, fu nominato Cavaliere della Corona D'Italia ed il 16 dicembre 1880 Cavaliere Ufficiale dell'ordine stesso; Il 23 dicembre 1889, venne insignito, dal Re Umberto I°, del titolo di Commendatore, onorificenza della quale ebbe pochissime occasioni per fregiarsene.
La sua profonda religiosità, che informò sempre il suo stile di vita, lo indusse costantemente all'assistenza di poveri e diseredati. Fra le sue opere di pietà non poterono mancare i monumenti alla fede. Il primo fu la chiesa Parrocchiale ai Colli di Fontanelle, dedicata alla Natività di Maria, la sua "Bambinella" che era già


venerata in una modesta chiesuola al cui posto venne eretta l'attuale grande chiesa dai caratteristici campanili. Una seconda cappella, in stile Gotico, la edificò nel cimitero di S. Agnello, dedicandola a San Francesco Saverio con la funzione di sepolcreto di famiglia. Restaurò, infine, una terza cappella annessa al palazzo di via S. Sergio e dedicata alla SS. Vergine del Rosario. Questa cappella, che arredò con gusto e magnificenza, non ebbe però la gioia di poterla inaugurare per il subentrare del male che lo condusse alla tomba.
[...]
Scomparso F.S. Ciampa, nel sincero e generale compianto dei suoi cari e dei tantissimi beneficiari della sua stancabile operosità, iniziò il progressivo declino della sua azienda nonostante i provvidi interventi dei suoi figli.

Al progressivo tramonto della stella dei Ciampa contribuirono: guerre, reiterate recessioni economiche, imprese sfortunate e ultima la polverizzazione del patrimonio e della sua gestione fra una miriade di eredi. Ad ogni buon conto, il nome di questa famiglia resta ancora fra le buone memorie dei sorrentini che ricordano i Ciampa come gente onesta, laboriosa e pia, generosa nella buona sorte, dignitosa in quella avversa quando per onorare i loro impegni non esitarono a sacrificare l'intera loro fortuna.
A chiusura dell'intervento biografico, Goffredo Acampora, riporta un breve auspicio:
"Fino a qualche decennio fa era ancora vivo il ricordo delle navi dei Ciampa nei porti del Sud America e dell' Australia dove i valorosi marinai sorrentini avevano fornito ampie prove della loro perizia nautica; numerose sono le memorie che rievocano le loro imprese fatte di onestà ed ardimento ed affinché nulla di tutto ciò vada perduto sarà necessario farne oggetto di una futura e più particolareggiata memoria".
Noi, ci siamo limitati al riportare, quasi fedelmente, la biografia pubblicata da Acampora, in quanto una delle più complete ed esaustive reperite e, ci auguriamo, in un futuro non tanto lontano, di poter magari dedicare una piccola ricerca storica più approfondita su F.S. Ciampa, di cui questo articolo vuole essere una memoria al fine di far conoscere questo personaggio (quasi dimenticato) ai più.
Marco Izzo
Bibliografia
Per la digitalizzazione del volume si ringrazia il Sig. Michele Fiorentino direttore della biblioteca Diocesana di Sorrento.
Su Francesco Saverio Ciampa segnaliamo questo interessante testo pubblicato in sua memoria poco dopo la sua morte: