Francesco Saverio Gargiulo (1840-1922)
Francesco Saverio Gargiulo: nacque a Sorrento da Nicola Gargiulo e Maria Fiorentino nel palazzo che sorge affianco alla Chiesa di San Francesco, nei pressi della Villa Comunale. Con ottimi risultati compì gli studi nel seminario di Sorrento (allora una vera e propria fucina di talenti, visto che alcuni anni prima era stato frequentato pure da Bartolomeo Capasso), per poi iscriversi, a 18 anni, alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Napoli: in due anni e mezzo, con un profitto e una velocità senza precedenti, si laureò in legge con il massimo dei votiPer mantenersi a Napoli, subito dopo la laurea, iniziò a dare lezioni private, dedicandosi nel tempo libero agli studi giuridici e alla scrittura: come scrisse nel 1922 Alberto Geremicca (allora sindaco di Napoli) a 25 anni “nell’età in cui gli altri sono ancora discepoli, il Gargiulo era già maestro”. Il busto del Gargiulo come appare oggi, dopo un restauro promosso da Vincenzo De Martino e finanziato dal Conservatorio delle Grazie. Il 1866 fu per Francesco Saverio Gargiulo un anno importante: dopo aver sposato Giulia Cacace, figlia dell’avvocato Francesco Saverio Cacace (un liberale confinato dai Borbone), superò “brillantemente il concorso per la magistratura”, venendo destinato alla pretura di Piano di Sorrento, come “uditore vice pretore”. Così iniziò per il Gargiulo una carriera brillante e segnata dai più grandi successi professionali: nei quattro anni trascorsi nella pretura mandamentale di Piano, quasi un trampolino di lancio nel suo “cursus honorum”, ebbe modo di scrivere un “Commento al Codice di Procedura Civile”. A soli trent’anni, Francesco Saverio Gargiulo aveva scritto il primo commentario al Codice Civile (approvato nel 1865, cioè cinque anni prima): un lavoro immane e di altissimo valore scientifico, tanto che l’anno successivo, nel 1871, il Ministro della Giustizia Giovanni de Falco (ex magistrato di origini salernitane) lo chiamò alla sua segreteria. Da quel momento, come osservò Manfredi Fasulo, “scorrendo il suo stato di servizio si rileva che ogni anno segna per lui una lode, un incarico, una promozione”. Non mancando mai di prestare la sua opera di insegnamento presso la facoltà di Giurisprudenza della Federico II (dove aveva iniziato come professore “pareggiato” per poi divenire “ordinario”), Francesco Saverio Gargiulo divenne uno degli uomini di punta del Ministero della Giustizia: fu a capo della segreteria della Corte di Cassazione, capo della segreteria della Corte di Appello di Napoli e Procuratore Generale presso la Corte di Appello. Nel 1887 una nuova nomina, dal grande valore sia giuridico che politico: su indicazione del Ministro della Giustizia Giuseppe Zanardelli (colui che abolì la pena di morte in Italia), il premier Francesco Crispi lo chiamò a dirigere la neonata Segreteria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una carica prestigiosissima, che gli permise, nei tre anni di permanenza in quel ruolo, di mostrare tutta la sua preparazione: per questi motivi, dopo un ovvio avvicendamento, fu chiamato dapprima al ramo “Culto” del Ministero della Giustizia e infine, nel 1894, fu promosso quale giudice alla Suprema Corte di Cassazione, primo e unico magistrato a essere segnalato promuovibile sia nel ramo civile che penale. Solo la pensione lo allontanò dagli importanti incarichi romani, costringendolo a ritornare a Napoli, dove fino alla morte continuò a insegnare all’Università, facendo esclamare a Manfredi Fasulo che “la sua mente positiva era rassomigliata a quella dei giureconsulti romani nella potenza speculativa, nella lucidità e profondità di pensiero e nell’equilibrio dell’anima”. Insomma: un vanto per la scuola giuridica napoletana e per la natia Sorrento.
Gennaro Galano
Bibliografia