Le feste per il XIII° centenario della venuta a Sorrento di Sant'Antonino Abate e l'incontro con Santa Maria del Lauro

4 maggio 1919

Ricorre il 12 settembre, la festività della Madonna del Lauro, la Protettrice di Meta. Da secoli, al suo cospetto, i metesi si ritrovano per sentirsi ancor di più comunità, unendo alla fede un'intensa, partecipata pietà popolare. Eppure, come sottolineava nel 1926 il canonico Francesco Liguori, al culto tributato alla Madonna del Lauro, i metesi sommavano quello reso a Sant'Antonino; "senza dubbio - scriveva il canonico Liguori - Meta va distinta per la devozione al Santo Abate, sia perché della costiera sorrentina paese a preferenza marittimo, sia perché risultante di un contingente di famiglie agricole laboriosissime, le quali con larghe oblazioni commendavano al Santo avvocato i frutti dei loro terreni". Perciò, a questo proposito, è interessante ricordare un evento di particolare rilevanza storica, avvenuto nel 1919. Mons. Francesco Gargiulo, Preposito della Basilica di Sant'Antonino, volle commemorare il tredicesimo centenario della venuta a Sorrento del Patrono, ricordando, con una solenne processione, almeno in parte, il percorso compiuto dal santo per recarsi dal monte aureo (monte Faito) a Sorrento.

Di tale processione ne ritroviamo varie testimonianze, in riviste locali, una stupenda cronaca comparve in un articolo sulla rivista “la riviera” il giorno 25 maggio 1919, qualche cenno lo si ritrova nella voce di Sant’Antonino Abate e, infine, la notizia fu riportata anche sul bollettino della basilica di Meta “All’ombra del lauro”.

L'articolo comparso sulla rivista "La riviera" il 25 maggio 1919

L'articolo comparso sul bollettino "All'Ombra del Lauro" l' 8 maggio 1919

La statua argentea di Sant'Antonino, per testimoniare l'affetto e la devozione degli abitanti della Penisola Sorrentina, fu recata a Piano di Sorrento, più precisamente nella chiesa della Trinità, la sera del 3 maggio '19. In un certo senso, come ebbe a scrivere mons. Gaetano de Maio, "siccome il Santo quando venne a Sorrento [...] aveva dovuto passare per Trinità, Meta e Piano, scendendo per Arola [...] così volemmo che il Santo ripassasse dopo 13 secoli, nella sua venerata immagine, per quella medesima strada che fece una volta. Come si evince dagli articoli citati, tutto, in quell'occasione, doveva stupire, lasciare di stucco i fedeli assiepati lungo il percorso della processione. Tra due ali di folla plaudente, il 4 maggio, la Statua del Patrono di Sorrento mosse da Trinità alla volta di Meta;"alle 10 circa - come riportato nell’articolo comparso su “la Riviera”, la statua argentea giunse nella vasta piazza irradiata di sole, che già dalle prime ore del mattino era insolitamente animata - alla porta della basilica attendeva l’insigne collegiata, le autorità municipali, i componenti l’amministrazione della basilica con a capo il Comm. Carlo Cosenza". 

Alcune rare immagini della processione di Sant'Antonino a Meta (Archivio Basilica pontificia di Sant'Antonino Abate - Sorrento)

Il labaro donato dal municipio e dalla basilica di Meta a Sant'Antonino

per le feste centenarie del 1919

A quel punto, dinanzi alla Basilica, "un coro di signorine, sotto la guida delle suore d’Ivrea, cantò un bellissimo inno composto e musicato dal Sac. Prof. Raffaele de Gennaro". Le note, dolci e al tempo stesso così evocative, furono il preludio di un solenne "Te Deum". Al termine della sosta, prima della ripartenza verso Piano, come riporta il bollettino “All’Ombra del Lauro”, "l'amministrazione della chiesa e il Municipio (di Meta) hanno regalato al Santo un bellissimo labaro dove si ammirano i due stemmi di Meta e della Basilica, lavoro artistico eseguito dalla ditta Tommaso Calderazzo di Napoli".

Fu a quel punto che, salutato da applausi scroscianti, Sant'Antonino partí alla volta di Piano, facendo prima una breve sosta sul ponte nuovo, dove lo attendevano l’insigne collegiata di S. Michele e le autorità di Piano, con i bambini dell’asilo che presero il posto dei Metesi, per poi giungere nella basilica di San Michele Arcangelo, dove fu accolto con delle brevi parole del proposito Sac. Michele Maresca e tra il canto del “Te Deum” la processione si avviò verso Sant’Agnello. Nel tragitto verso Sant’Agnello, Il santo, come testimonia l'articolista de “la Riviera”, fece una breve sosta anche sul ponte San Giuseppe, dove venne omaggiato dal popolo di Mortora con canti, doni e spari di fuochi artificiali. Arrivato a Sant’Agnello, Sant'Antonino fece una breve sosta nella chiesa parrocchiale dove le autorità ed il popolo presentarono al santo i loro doni e le loro offerte.

Avendo, quindi, fatto anche tappa a Sant’Agnello per salutare i devoti, per Sant’Antonino, restava solo il ritorno nella sua amata Sorrento: fu infatti presso la cappella di S. Onofrio che s’incontrò il capitolo metropolitano, Mons. Arcivescovo Jacuzio, l’Arcivescovo di Amalfi Mons. Marini, il Vescovo di Sant’Agata dei Goti Mons. De Nardis e le autorità Sorrentine con il R. Commissario, Barone Giobbe. Così ricostituitasi la processione, fece il suo ingresso a Sorrento, tra due fitte ali di popolo, e tra gli spari di fuochi di artificio, percorse il duomo, via S. Cesareo e rientrò nella sua chiesa alle ore 14, dove si chiusero ufficialmente le solenni feste centenarie per la sua venuta a Sorrento.

Dalla cronaca dell’epoca, sappiamo inoltre che, lungo il percorso di questa solenne processione, per la prima volta, un coro grandioso di circa un centinaio di giovani e ragazzi, faceva echeggiare l'Inno di Sant'Antonino Abate composto dal canonico carottese Salvatore de Angelis e musicato dal canonico sorrentino Francesco Saverio Fiorentino.

Mons. De Angelis, all'epoca gravemente ammalato, aveva composto l'inno su sollecitazione del Preposito Francesco Gargiulo "benché fosse allora gravemente infermo, per devozione al Santo". Don Salvatore si aspettava, probabilmente, di guarire, ma, nel momento in cui oltre 100 cantori eseguivano il suo inno, la morte lo coglieva serenamente. Ecco che si chiudevano, nel modo più solenne, le solenni feste centenarie per l'arrivo di Sant'Antonino a Sorrento.

In alto:

La lapide apposta nell'atrio della Basilica di Sant'Antonino a Sorrento in ricordo dell'elevazione a Basilica pontificia avvenuta nel 1925 nella ricorrenza del 1300 anniversario della morte del santo

La statua argentea di Sant'Antonino alla piazza Cota a Piano nel 1919

Gennaro Galano e Marco Izzo

La Grotta di Giano

Sorrento - Piccole storie antiche