La Coda del Diavolo 1921 dir. Renato Massimo Angiolillo

Renato Massimo Angiolillo (Ruoti, 4 agosto 1901 – Roma, 16 agosto 1973) è stato un giornalista e politico italiano, fondatore e direttore del quotidiano Il Tempo, di cui fu anche per lungo tempo editore. In una parentesi giovanile scrisse il giornale umoristico "La Coda del Diavolo".

Renato Massimo Angiolillo

Nato a Ruoti, in Basilicata, il 4 agosto 1901 dall'avvocato Giuseppe (1849-1909) e da Gaetana Martorano, a 18 anni Renato Massimo Angiolillo intraprese la carriera giornalistica a Napoli, dove risiedeva con la famiglia, collaborando col partenopeo "Giornale della sera" di cui era direttore il fratello Ugo. Due anni dopo divenne redattore capo de "L'Eco della Sicilia e delle Calabrie". Nel 1921 fondò a Potenza il quindicinale umoristico il "Ciuccio di Cià-cià" il cui primo numero uscì il 9 marzo. Ritornato a Napoli, dopo una parentesi sorrentina dove fondo il giornale umoristico “La Coda del Diavolo”, diede vita al "Vecchio Paese". Nel 1923 pubblicò I secondogeniti: versi.

Antifascista e "nittiano" (il fratello Amedeo era segretario particolare di Nitti), fu spesso oggetto dell'attenzione degli squadristi. Abbandonato il giornalismo per l'impossibilità di esprimersi liberamente, si dedicò all'editoria libraria fondando e dirigendo a Napoli la Casa Editrice Tirrena. Con essa pubblicò due collane, una dedicata alla poesia dialettale napoletana e l'altra ai saggi politici. In quest'ultima uscirono anche scritti di Arturo Labriola.

Lasciata l'attività in proprio, passò a lavorare presso l'editore Morano ma, malvisto dagli ambienti fascisti, dovette abbandonare la città partenopea per stabilirsi a Bari. Prima dello scoppio della guerra lo ritroviamo a Roma dove fu sceneggiatore e produttore di opere cinematografiche. Scrisse, infatti, negli anni '40, Un garibaldino al convento per l'IFAR (Industria Film Anonima Roma) e realizzò alcuni film tra cui Un garibaldino al convento, con la regia di Vittorio De Sica, e Caravaggio. Dopo il 25 luglio 1943 rilevò, con alcuni amici antifascisti, la testata risorgimentale "L'Italia", in difficili condizioni economiche, nel tentativo di farne un valido strumento informativo, ma le autorità tedesche ne ordinarono la chiusura. Liberata Roma, il 5 giugno 1944, diede vita a "Il Tempo", riprendendo il titolo di un vecchio giornale romano del primo dopoguerra poi soppresso dal fascismo. Ricordò in seguito di aver iniziato l'impresa con sole 3.500 lire. In realtà la somma iniziale era maggiore ma non mancavano le cambiali.