Manfredi Fasulo

Manfredi Fasulo, un "cavaliere baldo e valoroso" della storia di Sorrento

 

Talvolta criticato, ma più di frequente letto e citato, Manfredi Fasulo è con molta probabilità la personalità culturale più in vista a Sorrento tra la fine dell'800 e gli anni '60 del secolo scorso. Amò senza tentennamenti la storia locale e il Tasso, fino a farsene raffinato e originale interprete, capace di pubblicare senza sosta libri, opuscoli, articoli, dissertazioni e discorsi, in una vera e propria "eruzione culturale". Nato a Napoli il 2 gennaio del 1868, più precisamente a via Tribunali, era figlio di Domenico Fasulo, stimato avvocato, poi vicesindaco di Napoli, e di Elena Onori di Ancona. Dimostrò, sin dalla più tenera età, un raffinato ingegno e una passione smisurata per la storia (un suo antenato, don Nicola Fasulo, aveva preso parte all'esperienza della Rivoluzione Napoletana del 1799), crescendo alla scuola dello zio don Giuseppe Fasulo, colto preposito dell'ordine teatino. Nel 1883, al seguito della famiglia, giunse a Sorrento e da quel momento, come ha notato la nipote Giuliana Gargiulo, "la sua vita cambiò": "l'appartenenza al luogo dei suoi antenati divenne immediata [...] nessun sorrentino fu più di lui legato al territorio ed alle sue tradizioni". A Sorrento i Fasulo si trasferirono in quella che era stata la dimora di Cornelia Tasso, sorella di Torquato. Il palazzo di via San Nicola, già dei Sersale, messo all'asta nel 1832, era stato infatti acquistato dai Fasulo. In quel luogo così simbolico Manfredi poté nutrirsi di memorie antiche, legandosi al Tasso e alle sue vicende sorrentine. Dopo aver prestato il servizio militare nelle fila dei bersaglieri, fece ritorno a Sorrento e per le sue doti, nonché per la preparazione dimostrata, fu nominato il 22 novembre del 1888 segretario della Congrega di Carità di Sorrento. Questo incarico, inizialmente affidatogli per soli 4 anni, fu via via prorogato sino al 1950 (per ben 62 anni!) quando, improvvisamente, Fasulo rassegnò le sue dimissioni per uno scontro avvenuto con il nuovo presidente dell'ente. Tuttavia, di lì a poco, stando alla testimonianza di Pasquale Ercolano, "il corpo amministrativo comprese il vuoto del funzionario provetto e lo nominò consulente onorario, e gli assegnò un vitalizio di L. 7000 mensili". Intanto, dividendosi tra gli studi storici e l'impiego presso la Congrega di Carità, Manfredi Fasulo mise su famiglia, sposando nel 1903 Ida Iaccarino. Nel 1906, dopo oltre 10 anni di ricerche, diede alle stampe il suo più importante lavoro, "La Penisola Sorrentina...", che gli valse grande ammirazione e qualche polemica (celebre, al riguardo, uno scontro che nel 1909 lo vide contrapposto a Gino Doria). Giuliana Gargiulo, a tal proposito, ricordava che "la Regina Margherita di Savoia, alla quale aveva mandato il volume, inviò una bella spilla d'oro e smalto azzurro, la cui M in brillanti è sormontata dalla corona reale". Purtroppo, però, il 1908 fu per il Fasulo un anno terribile: un'incipiente sordità, tanto repentina quanto inaspettata, lo colpì profondamente, minando in parte il suo entusiasmo. Non per questo, tuttavia, ridusse i suoi impegni, diventando socio della Società Napoletana di Storia Patria e collaborando, proprio in quel periodo, all'organizzazione del nascente Museo Correale, sorto per volontà di Alfredo e Pompeo Correale. Lì, in quella che poi sarà la sua "seconda casa",  Fasulo esercitò un lungo, fecondo magistero. Direttore della Biblioteca Correale e segretario del Consiglio di Amministrazione, fu poi nominato Conservatore del Museo, ricoprendo questa carica sino al secondo dopoguerra. Nel 1935, come un fulmine al ciel sereno, perse la moglie Ida; per il dolore si rifugiò negli studi e intensificò ulteriormente il suo impegno culturale. Aveva contribuito, infatti, sin dal 1923, alla costituzione dell'istituto di cultura "Torquato Tasso" e con Saltovar si impegnò per incrementare e promuovere gli studi locali. Poligrafo instancabile, scrisse anche su quotidiani e riviste, occupandosi senza requie di Sorrento e del Tasso. Morì il 16 aprile del 1962 nella sua amata Sorrento. La nipote Giuliana, in un articolo, lo ha definito "lottatore della cultura": oggi, a distanza di anni, sarebbe giusto che Sorrento ricordi degnamente questo suo carissimo figlio adottivo. Nel 1943, poco prima di morire, Saltovar gli dedicava una bella, toccante poesia:

 

"Manfredi Fasulo"

È Manfredi Fasulo un cavaliere
Del Medio Evo, baldo e valoroso,
Scrittor, poeta, un poco permaloso
Ed ai bei tempi, ardito bersagliere.

Ora è maturo come un melograno
Dopo che il destin l'alma si prese
D'Ida, la sposa sua, bell e cortese
C'or egli piange, ma, purtroppo invano...

Passa la vita al nostro bel Museo
A decifrar per tutto il Santo giorno
Libri e pandette con Mimì dintorno
Con Alviani, Ruoppo e Melibèo.

È un pan di Spagna, una figura greca;
Un arco di sostegno al Correale,
Ove si vede, com'è naturale
Sempre in faccende, nella Biblioteca.

 

                                                                                                                                                       Gennaro Galano

  

In alto: Una poesia di Manfredi Fasulo dedicata ai Savoia.

A lato: Una lettera inviata da Fasulo al Santo Padre Pio X, dove annuncia l'invio di una copia del suo più celebre lavoro "La Penisola Sorrentina, Istoria costumi e antichità", edito nel 1906.

Bibliografia

Per il completamento della bibliografia relativa a Manfredi Fasulo è doveroso ringraziare la nipote, la Sig.ra Giuliana Gargiulo, che ha dato un significativo aiuto nel reperimento di alcuni dei testi citati. 

 

La casa di Cornelia Tasso - Sorrento, Tip. Tommaso D'Onofrio, 1895 (mancante)