Mons. Bonaventura Gargiulo (26 marzo 1843 - 9 maggio 1904)

Nato il 26 marzo 1843 a Sant'Agnello, presso Sorrento, da Vincenzo e Candida Scarpati, Antonino Gargiulo fu battezzato dal sacerdote Giovanni Paturzo nella locale chiesa dei SS. Prisco ed Agnello nello stesso giorno della nascita. A sedici anni entrò nella grande famiglia francescana, fra i Cappuccini, iniziando gli studi a Nocera. e diventò cappuccino in un periodo delicato, segnato dalla transizione tra il regno borbonico e quello italiano e dall’applicazione delle leggi piemontesi, che si abbatterono come una scure sugli ordini religiosi. Gargiulo si rifugiò per qualche tempo nei territori appartenenti allo Stato della Chiesa, prendendo i voti solenni nel 1865 col nome di Bonaventura da Sorrento e terminando gli studi presso il convento di Tivoli. Ordinato sacerdote a Frascati il 17 marzo 1866, nel 1867, insieme con altri confratelli, partiva per l'Inghilterra come missionario, destinato al convento di Chester, dove risiedette fino al 1870 quando, nel mese di agosto, fu richiamato in patria.
Ritornato dall'Inghilterra nella sua terra natale, egli, dopo aver svolto la funzione di cappellano dell'ospizio istituito nel convento di S. Agnello a partire dal 17 maggio 1871 , ne divenne guardiano nel 1874 alla morte improvvisa di Bonaventura da Pago.

L'anno più critico per l suo convento fu il 1877, allorché i frati santanellesi furono investiti da un'inattesa cacciata, proprio nel momento in cui la Provincia con i suoi conventi si andava faticosamente ricostituendo. Padre Bonaventura ha descritto con abbondanza di particolari questa cacciata, esemplificativa dei rapporti delle autorità statali nei confronti degli Ordini religiosi:
«L'ultimo giorno dello scorso gennaio, i Cappuccini di S. Agnello dovettero uscire dal Convento, in cui abitavano pacifici e tranquilli, sotto una continuata pioggia, per il solo delitto di pregare. Dio l'ha permesso: sia fatta la volontà di Lui. Colla fronte per terra adoriamo gl'imperscrutabili suoi giudizii, senza scrutarli in niuna maniera.
Nativi quasi tutti del Comune di S. Agnello, colla coscienza d'aver fatto sempre bene, senza rimorso d'aver fatto mai male ad alcuno, afflitti ma non inquieti, con la loro anima turbata del fatto, ma non disturbata per i provocatori dello stesso, senza nulla sperare e senza nulla temere, essi sono usciti colla fronte serena, col volto dimesso. Accompagnati dalle lagrime dei buoni, dalle simpatie dei limitrofi Comuni; d'amici e conoscenti non dimenticati, ma per utopie e timidità privati ancora del consuelo d'una benevola. parola; essi sono usciti senza rancori, colla parola del perdono sul labbro, colla fiamma della carità nel cuore. Che Dio benedica il paese per le loro sofferenze.
Con questo però non vuolsi tacere che, se la circolare Nicotera è stata la molla della già avvenuta espulsione, questa espulsione stessa è un mistero contro persone che, un anno fa, erano pregate, perché per la pace e per la concordia tra cittadini faticassero. Neanco vuolsi tacere che, se la virile ragione e religione del passato, disciplinasse la balda gioventù presente, molto si sarebbe salvato, risparmiando amarezza ad uomini, che vivono col popolo, infiorandone la vita di consigli e di beneficenze; al paese nuovi dolori e nuove dispiacenze: ed al loro nome impopolarità. Il nostro buon popolo molte velleità ha visto, molte pressioni ha patito, molti dolori ha sofferto: questo però è a capo di tutti: la sua civile esperienza n'è atterrita per la vecchiezza. Le ossa dei Correali, dei Donnorso, degli Acampora, dei Mollo, dei Palomba, degli Stiffa, dei Balsamo e dei Frati Sorrentini arrossiscono pei loro compatrioti. Forse, niun Convento è così benemerito del paese, come il nostro: niuno forse, come il nostro, è stato tanto straziato. Risparmiato a tempi dell'occupazione militare, tre espulsioni ha sofferto in diciassette anni: la prima nel 1862 per denuncia calunniatrice; la seconda nel 1867 per la legge di soppressione: la terza nel passato mese, coverta di mistero. Si conoscono uomini e documenti delle due prime espulsioni: e di questa ancora il mistero si svelerà: allora senza fiele come senza esagerazioni si scriverà la monografia di questo Convento [ ... ].
Deh! Lasciateci frati e saremo benefici: fateci contemplare la bellezza del divino ideale e saremo benefici; fateci contemplare la bellezza del divino ideale, ch'è giustizia e carità insieme, e voi ci troverete a vostra difesa sempre al vostro fianco. Nulla noi vogliamo, nulla pretendiamo: supplichiamo soltanto che ci si lasci, come a privilegio il pregare, lo studiare, il beneficare. Lasciateci monaci, lasciateci salmeggiare: è per la preghiera che noi continuiamo nel popolo la missione serafica.
Del resto il 31 gennaio scorso siamo usciti; né sappiamo, che sarà di noi per lo appresso. Solamente sappiamo ed il diciamo alto che, banditi, reietti, non s'arriverà a sciogliere il connubio, che lega Francesco ed i paesi, ove sono i nostri Conventi» “Eco di San Francesco 1877 n° 3”

Iniziava per lui e per gli altri frati, dal gennaio 1877, un periodo di forzata lontananza dal chiostro. Questo tempo padre Bonaventura lo visse nell'attesa del ritorno tra le mura della sua cella, nell'impegno operoso volto ad affrettare il rientro suo e dei suoi frati in convento. L'attesa fu lunga e a tratti drammatica, non priva di momenti di scoraggiamento, di fronte all'incalzare degli avvenimenti e alle minacce di nuove destinazioni d'uso dell'edificio ad opera dell'amministrazione comunale, considerata dal guardiano del convento la vera artefice della cacciata dei Cappuccini.
Finalmente nel settembre 1986 potè ritornare nel suo amato convento.

Il campo in cui maggiormente si segnalò l'attività di Mons. Bonaventura fu quello della stampa.
Pubblicò tali e tanti libri ed opuscoli che noi restiamo meravigliati nel pensare, come un uomo già molto occupato per l'esercizio del suo ministero sacerdotale e monastico avesse potuto scrivere tanto.
Il primo posto tocca alla Eco di San Francesco d'Assisi, periodico illustrato francescano, che vedeva la luce il 15 ed il 30 d'ogni mese in 40 pagine. La pubblicazione iniziata nel 1872 durò 26 anni cioè fino al 1897.
Dal 1878 al 1896, il G., che nel 1876 aveva fondato a Sant'Agnello la tipografia "all'insegna di s. Francesco d'Assisi", diresse e compilò, in gran parte da solo, un'altra rivista concepita con intenti edificanti, Stelle e fiori, la cui pubblicazione iniziata nel 1878 durò 19 anni e cioè fino al 1896. Altri periodici da lui diretti furono La Strenna di fra Ginepro (1877-82); La piccola biblioteca delle anime pie (1879-95); La Strenna mensile del terziario francescano (1882-1904); La Pia Lega del suffragio sacerdotale, fondata nel 1888; Il III Centenario di T. Tasso (1894-95), foglio mensile nato nell'imminenza del centenario della morte del poeta sorrentino, al quale il G. aveva già dedicato il saggio T. Tasso, appunti e note (Napoli 1872).

Il 18 marzo 1895 il G. fu nominato vescovo di San Severo e consacrato a Roma il 24 marzo. Ottenuto il regio exequatur il 15 marzo 1896, il successivo 26 aprile fece l'ingresso solenne nella diocesi. L'incarico di presule e il trasferimento in Puglia lo costrinsero a curare a distanza la compilazione dell'Eco di s. Francesco, la cui amministrazione affidò all'editore A. Festa di Napoli. Nello stesso 1896 egli fondò una nuova rivista da lui interamente redatta, L'Ape cattolica sanseverese.
Ritiratosi già da un anno presso il convento di Sant'Agnello, il Gargiulo si spense il 9 maggio 1904 per un'improvvisa infiammazione ai polmoni.

Bibliografia

Gargiulo, Bonaventura Mons - 1° Anniversario Funebre del Comm. Francesco Saverio Ciampa elogio funebre - Napoli-Sorrento Tip. Festa, 1893.pdf Gargiulo, Bonaventura Mons - Nel Mondo della Luna - S. Agnello, Tip. All'Insegna di S. Francesco, 1888.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Archivio storico e cronologico del Convento dei Cappuccini di S. Agnello di Sorrento - S. Agnello di Sorrento, Tip. Tommaso D'Onofrio, 1903 .pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - I Cappuccini della Provincia Monastica di Napoli e Terra di Lavoro - S. Agnello di Sorrento, Tip. all'Insegna di S. Francesco D' Assisi, 1879.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - I conventi dei cappuccini della città di Napoli - Napoli, Tip. Festa, 1889.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Il Glorioso S. Agnello Abate - Napoli, Tip. Festa, 1903.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Il Glorioso S. Agnello Abate (riedizione) - Massa Lubrense, Il Sorriso di Erasmo, 1985.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Il Mese di San Pietro tratto dagli scritti e dalla vita di Torquato Tasso - Sant'Agnello di Sorrento, Tip. all'Insegna di San Francesco, 1887.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Il Tasso Tomista nel poema del Mondo Creato - Napoli, Tip. A. & Salv. Festa, 1895.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - L'Annuale della Chiesa dei Cappuccini di S. Agnello - S. Agnello, Tip. all'Insegna di S. Francesco, 1886.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - L'Arancio (estratto da Stelle e Fiori) - S. Agnello di Sorrento, Succ. Tip. Festa All'Insegna di S. Francesco, 1888.pdf Gargiulo, Bonaventura Mons. - L'Ortodossia di Torquato Tasso - Napoli, Tip. Salv. Festa, 1894.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Quintilla ossia Napoli e Sorrento nel secolo XVI (riedizione) - Castellammare di Stabia, Nic. Longobardi Edit., 2005.pdf Gargiulo, Bonaventura Mons. - S. Bonaventura e la sua Dottrina - Napoli-Sorrento, Tip. A. e S. Festa, 1890.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - S. Francesco artista ovvero gli artisti e l'arte francescana - S. Agnello di Sorrento, Tip. all'Insegna di S. Francesco d'Assisi, 1887 .pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Sorrento Sacra e Sorrento illustre - Sant'Agnello, Tip. all'Insegna di S. Francesco, 1877.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Sorrento Sacra e Sorrento Illustre (ristampa a cura dell'A.S.S.S.) - Castellammare di Stabia, Nic. Longobardi Edit., 2005.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Torquato Tasso appunti e note - Napoli, Tip. degli Accantoncelli, 1872.pdf

Gargiulo, Bonaventura Mons. - Un ricordo Tomistico Sorrentino - Napoli, Tip. Festa, 1896.pdf