Salve D'Esposito (1903-1982)

Salve D'Esposito, all'anagrafe Salvatore, nato a Sant'Agnello vicino Sorrento il 9 agosto 1903. La sua era una famiglia di melomani. Suo padre Gennaro, discendente di orafi qualificati, suonava l'organo in cattedrale, e il pianoforte nel Teatro Tasso al tempo del cinema muto. Una sorella era violinista. E violinista era la moglie di Salve, Giulietta Ciampa.
Fin da piccolo Salve si esibì strimpellando sui tasti bianchi neri, anche nei cinema in sostituzione del padre. Si maturò all'Istituto Nautico di Piano di Sorrento dopo aver preso a sedici anni il diploma in pianoforte e composizione, con Napoli e altri maestri del valore di Florestano Rossomandi e Giovanni Barbieri.
Fu sostituto direttore d'orchestra al San Carlo. Tutto questo fino ad «Anema e core», che gli diede una popolarità straripante. Negli anni '50 allestì un complesso, applaudito a Capri e nelle località più alla moda. Nel 1952 Sorrento gli dedicò una festa alla Circolo dei Forestieri; fu felice come un bambino per quell'onore ricevuto nella sua terra. Accoglieva i complimenti con gioioso candore. Era un buono, si emozionava per niente, non sapeva dire di no, chiamava "maestro" tutti, compreso l'idraulico.
Con Tito Manlio divise altre canzoni da ricordare. Felicità, cantata al Festival 1957 da Giacomo Rondinella, piacque molto a Sofia Loren, che la volle nella colonna sonora di un suo film. Sofia era giovane e gentile, Luisa D'Esposito rammenta le sue visite al maestro, al quale fu sempre grata, anche quando diventò una diva.
Con Manlio vennero ancora «L'amore ha fatto sciopero»; «'O padrone d' 'o mare», seconda al Festival di Napoli del 1959; «Musica ‘mpruvvisata» presentata al Festival del 1960; «'O suonno tene vint'anne» al Giugno della canzone 1961.

S. D'Esposito+ Angie Dickinson+Marilyn Maxwell+Rito Alcantara

Salve D'Esposito a 7 anni
Non mancarono altri compagni eccellenti. Come Nicola Salerno detto Nisa, con il quale compose la splendida «Campane napulitane» per il festival 1952, «Cuncè Vendetta», «Ammore e sentimento». Come Enzo Bonagura che firmò «Si ce miette» e quasi l'obbligo a vestire di note «Trascuratella», dedicata a Giulietta, consorte del compositore, per risarcirla delle ore solitarie e di tanti caffè portati a loro che producevano canzoni. O come Michele Galdieri, autore del testo di «Palladò», il primo samba italiano; o come Carlo Da Vinci (i miei capelli grigi).
Impresa particolare fu una magnifica musica per un testo in napoletano del grande scrittore Domenico Rea: nacque la canzone «Aria nera», storia di un uomo all'antica innamorato di una ragazza fin troppo moderna:
'E nuvole so' tante...
me piace st'aria nera,
me piace 'e sta 'nzerrato,
c' 'o core abbandunato
aspettanno ca vene
sapenno... sapenno
ca nun vene.
Non negò eleganti spartiti a parolieri di minore fama, soprattutto se provenienti dalle sue terre, tra cui Michele Paturzo (N'ata canzone a Surriento) e lo stabiese Girace (Canzuncella 'e Positano). Donò musica pure ai testi di Armando Ciervo (Chiove e ghiesce 'o sole, 'O pazzariello), che era un abile falegname e ricambiava la cortesia donandogli sgabelli e portagiornali. Murolo, Basurto e Teddy Reno portarono al successo altre sue canzoni. Cantanti lirici e leggeri di fama mondiale le incisero: Schipa, Di Stefano, Tagliavini, Gigli, Pavarotti, Sinatra, Perry Como, Vic Damone, Frankie Avalon, Cliff Richards, Bocelli.
Nel 1977, la amata moglie Giulietta morì. Il musicista volle rimanere, da solo, nella casa in cui aveva diviso con la moglie tanta tenerezza. Stava bene, si dedicava ai nipotini. Una sera chiamò la figlia Luisa: "non mi sento tanto bene: che dici, la prendo un'aspirina?". Le aveva sempre prese, e le ingoiò ancora, per una decina di giorni. Senonché non si trattava delle pillole effervescenti contro l'influenza, bensì di quelle - assunte per errore - da sciogliere nell'acqua per pulire la dentiera. Quando crollò, fu portato di corsa alla clinica romana Columbus, ma i danni allo stomaco erano oramai irreversibili. Se ne andò in quella clinica, a 79 anni, il 22 gennaio 1982. L'anno dopo il comune di Sorrento organizzò una giornata in suo onore. Sulla facciata della casa natale, per volontà di Nino Cuomo, venne posta una lapide. Gli sono stati intitolati un'associazione culturale e un gruppo musicale.
A cura di Ciro Daniele
Ciro Daniele è un esperto e appassionato ricercatore della storia della musica napoletana. Tra le sue opere ricordiamo: "Eduardo di Capua. L'Amleto della canzone. Biografia, parole e immagini sull'autore di 'O sole mio!", autore di canzoni tra le più eseguite e conosciute 'O Sole mio!, Maria Marì!, 'I te vurria vasà!, colmando una lacuna e riempiendo un silenzio che, paradossalmente e specularmente rispetto alla notorietà delle musiche, ha rappresentato il destino del maestro prima e dopo la sua morte. "Tiempe belle. L'eclettico Aniello Califano, poeta della canzone napoletana", è l'amore, il filo conduttore di circa 64 testi in versi, scritti dal paroliere Aniello Califano, autore della famosa canzone "'O surdato 'nammurato", e pubblicati in un saggio inedito corredate da schede tecniche. "Vincenzo Russo. Il poeta del popolo", i suoi versi girano ancora il mondo, I' te vurria vasa', Maria Mari', Torna Maggio sono tra le canzoni piu' celebri di tutti i tempi. Eppure, di Vincenzo Russo, garzone di guantaio e maschera di teatro, nessuno parla più. Fu un grande poeta, un crepuscolare; tra i primi a rinunciare all'"obbligo" della rima. Da oltre venti anni Ciro Daniele, autore di questo libro, si batte per la sua riscoperta. Infine " Vita e Opere di Giuseppe Capaldo" e "Pasquale Ponzillo. Tribolata esistenza di un poeta-pompiere napoletano".

Orchestra D'Esposito